Il 2018 sarà l’anno del 5G. La sua sperimentazione è già partita alla fine del 2017, ma solo quest’anno cominceremo a vedere i suoi effetti. Il suo standard è ancora in via di definizione, ma già si sa che cambierà come mai prima il mondo delle telecomunicazioni: il 5G, con una banda teorica da 100 Mbps a 10 Gbps, un consumo di energia ridotto, un tempo di latenza diminuito enormemente e un’affidabilità senza precedenti, sarà la rete che connetterà il mondo di domani.
Dal punto di vista tecnico, la tecnologia 5G non prevede un semplice aggiornamento o rinnovamento delle attuali reti radiomobili ma di fatto obbliga gli operatori a riprogettare completamente l’infrastruttura di rete e a ripensare la tipologia e la qualità dei servizi offerti prima ancora che si sia costituita una concreta domanda per gli ambiti applicativi che devono utilizzarli. Questa è una novità non trascurabile e disegna una netta demarcazione tra il mercato delle comunicazioni radiomobili prima e dopo il 5G.
La tecnologia 5G nasce da una scelta progettuale radicalmente diversa che riconosce che i nuovi servizi ed applicazioni digitali che ci aspettano nel prossimo futuro hanno requisiti prestazionali molto diversi tra loro in termini non solo di velocità di accesso, ma anche di ritardo di trasferimento dell’informazione, affidabilità del collegamento, densità di terminali connessi, energia necessaria per la comunicazione. Per limiti tecnologici e fisici fondamentali, non è però possibile perseguire un miglioramento delle prestazioni di tutti questi parametri contemporaneamente, ma occorre effettuare delle scelte e compromessi che ottimizzano alcuni dei parametri a scapito di altri (non è ad esempio possibile ridurre il consumo energetico ed aumentare il numero di dispositivi connessi, ed allo stesso tempo tenere alta la velocità di trasferimento dell’informazione). Il 5G è il primo sistema che riconosce l’impossibilità di una soluzione che vada bene per tutti gli scenari e integra la flessibilità di poter definire numerosi punti di lavoro che rappresentano soluzioni tecniche diverse, ciascuna ottimizzata per specifici domini applicativi.
Per aiutare a comprendere quanto il 5G sia differente rispetto alle reti precedenti possiamo dire che il mondo 4G attuale è ad una sola dimensione, quella della velocità di trasferimento. Il 5G sarà invece un mondo a più dimensioni, che includono il ritardo, la velocità, l’affidabilità, e l’energia, all’interno del quale ci si potrà muovere in base alle esigenze della applicazioni rispettando però i vincoli imposti dai limiti fondamentali. Il noto triangolo proposto dal ITU (International Telecommunication Union) per visualizzare questa novità del 5G (mostrato in figura) va dunque interpretato come uno schema che definisce tre principali modalità operative del sistema che massimizzano alcuni parametri prestazionali non compatibili tra loro.
Il 5G potrebbe creare un mercato del valore di 1.200 miliardi di dollari in dieci anni. Sarà dunque uno dei traini dell’economia e dell’innovazione nel prossimo futuro. E l’Italia non sta a guardare.