Un recente studio a livello globale ha dimostrato che un lavoro flessibile porta ad una maggiore produttività ed lavoro in squadra decisamente più soddisfacente.
Questa particolare indagine ha rivelato quali sono i i principali vantaggi ma anche le sfide per i datori di lavoro ed i dipendenti quando si decide di adottare la cultura del lavoro flessibile.
Ovviamente di deve tenere presente che i risultati variano da Paese a Paese, ma ci sono tre tendenze chiave che restano costanti.
La prima chiave sta nel fatto che una quasi totalità degli intervistati (il 98%) sostiene che un approccio flessibile al lavoro aumenti la produttività, dal momento che le persone possono scegliere di lavorare dove si sentono più efficienti.
La seconda chiave è che, secondo il 92% dei soggetti presi in esame, la video collaboration migliori il lavoro di gruppo. Infatti, organizzare meeting coi colleghi via video aiuta a mantenere l’elemento di interazione umana che a volte può mancare quando si lavora in remoto: questo consente ai colleghi di sviluppare relazioni migliori.
L’ultima chiave dimostra che, ad oggi, circa il 62% della popolazione attiva mondiale lavora in modo flessibile. Questo è in parte dovuto alla trasformazione digitale che spinge le aziende ad esplorare nuovi modi di lavorare a ritmi crescenti. Infatti, sempre più spesso le imprese si mettono in competizione tra loro per essere innovative e sviluppare una migliore cultura del lavoro per trattenere i migliori talenti ed essere, quindi, vincenti.
Guardando esclusivamente all’Europa, oltre la metà dei lavoratori intervistati lavora in modo flessibile spesso. Ciò che è interessante notare è che i due terzi degli intervistati hanno colleghi basati in altri uffici o location (il 78%). Tenendo presente, poi, il numero di lingue diffuse in tutta Europa, è chiaro che l’adozione di tecnologie di collaboration sta facendo grandi progressi nel far sentire colleghi fisicamente distanti tra loro più “vicini”.
Questo sondaggio ha anche evidenziato che vi è un importante cambiamento nelle abitudini di lavoro in tutta Europa: offrire ai lavoratori la flessibilità di lavorare da casa o dovunque vogliano è la chiave per soddisfare il bisogno di un migliore equilibrio tra lavoro e vita privata.
Esiste una falsa credenza secondo la quale i lavoratori da remoto sono scollegati dal resto del team. Questo studio dimostra invece l’esatto contrario: essi sono più socievoli e proattivi nello sviluppare relazioni forti. I nuovi strumenti tecnologici che consentono la comunicazione e la collaboration sono infatti particolarmente utili per motivare i lavoratori a prendere il telefono, cercare l’incontro vis a vis e creare legami duraturi.
Dall’altra parte, però, vi è la preoccupazione da parte del lavoratore flessibile di non essere percepito come lavoratore a pieno regime quando non si è in ufficio. Questo timore, diffuso a livello globale, è condiviso da circa il 62% di tutti gli intervistati.
Per le aziende, per tenere il passo con il rapido ritmo della trasformazione digitale, è necessario un cambiamento di atteggiamento ed una nuova tipologia di approccio al modo in cui le persone lavorano e collaborano. Ad esempio, si potrebbe misurare le prestazioni sulla base del rendimento e non delle ore lavorate: il presenzialismo non corrisponde (necessariamente) ad una buona etica del lavoro.