Ferrari, sguardo al 2026: su cosa devono lavorare a Maranello?

Con l’avvicinarsi della stagione 2026 di Formula 1, che promette una delle più grandi rivoluzioni normative nella storia del motorsport, la Ferrari si trova al centro di un intenso lavoro di sviluppo e di dibattito sulle proprie prospettive. La scuderia è impegnata infatti su più fronti per assicurarsi di essere competitiva in questo nuovo ciclo tecnico, che porterà cambiamenti significativi sia alle power unit sia all’aerodinamica delle vetture. Ormai il campionato del 2025 può già considerarsi andato: ad inizio stagione le cifre delle scommesse sulla Formula Uno indicavano la scuderia di Maranello tra le più promettenti, mentre dopo i primi Gran Premi è apparso più che evidente lo strapotere della McLaren, trascinata da Oscar Piastri e Lando Norris. Uno degli aspetti principali su cui il “cavallino rampante” deve concentrarsi è il reparto aerodinamico. Sembra che a Maranello ci siano delle incertezze in quest’area: il team aveva cercato di ingaggiare Giuseppe Pesce, un ingegnere di rilievo e capo dell’aerodinamica McLaren, noto per aver contribuito al loro recupero dal 2022, ma questi ha rifiutato l’offerta, preferendo rimanere nel Regno Unito.

In un momento in cui le vetture del 2026 sono in fase di concepimento, la ricerca di un professionista esterno di alto calibro solleva interrogativi sulla fiducia interna verso l’attuale direzione aerodinamica, guidata da Diego Tondi. Oggi è Loïc Serra, arrivato dalla Mercedes, a risultare a capo del programma tecnico generale, ma non è direttamente responsabile delle questioni aerodinamiche, che evidenziano la necessità di un rafforzamento nel settore. Un altro elemento di grande attenzione risiede nella power unit 2026. Le nuove normative prevedono una ripartizione quasi 50:50 tra la potenza termica ed elettrica. La Mercedes si è fortemente opposta a una proposta della FIA di ridurre l’incidenza elettrica (da 350 KW a 200 KW per il MGU-K) e modificare il rapporto da 50:50 a 65:35, in quanto il team di Brackley sembra aver sviluppato una power unit “stratosferica”. Ferrari e Red Bull, al contrario, stanno spingendo per una maggiore potenza termica, adducendo motivazioni legate alla sicurezza e allo spettacolo, ma dietro le quinte si sospetta che stiano cercando di recuperare un ritardo nello sviluppo dei loro motori ibridi.

Il timore della Ferrari è quello di rivivere lo scenario del 2014, quando la Mercedes dominò incontrastata con l’introduzione dei V6 ibridi. Se la Ferrari fosse tranquilla come la Mercedes, adotterebbe la stessa linea di continuità, ma la sua insistenza suggerisce possibili carenze nel motore 2026. Le caratteristiche di guida delle future vetture sono un’ulteriore area di preoccupazione. Charles Leclerc ha provato la vettura 2026 al simulatore e ha descritto l’esperienza come poco divertente. Il pilota monegasco ha notato che le nuove auto sono più lente in curva nonostante le alte velocità sui rettilinei e ha espresso il timore di terminare l’energia a metà rettilineo a causa della complessità della gestione del sistema 50:50 tra motore termico e batteria. Questo feedback del pilota sottolinea la necessità di lavorare non solo sulla pura potenza, ma anche sulla guidabilità e sull’ottimizzazione della gestione energetica.

Nonostante queste preoccupazioni esterne e le richieste di modifica delle regole, alcune fonti interne a Ferrari presentano un quadro più ottimistico. Il progetto della power unit italiana è ambizioso e non ci sarebbero ritardi seri. La Ferrari non teme la Mercedes, ma anzi mira a stargli davanti. Anche Lewis Hamilton è rimasto positivamente impressionato dal progetto 2026, sul quale punta molto per il Mondiale. Il team principal Fred Vasseur si è detto totalmente impegnato nel lavoro e concentrato sul futuro, spegnendo le voci su un suo possibile addio. Insomma, la Ferrari del futuro dovrà lavorare intensamente sull’ottimizzazione della sua power unit ibrida per colmare il potenziale divario con Mercedes, migliorare la struttura e l’efficacia del suo reparto aerodinamico per sviluppare una vettura competitiva e affinare le caratteristiche di guida e la gestione energetica per rendere l’auto più performante e piacevole per i piloti, superando le sfide poste dai nuovi regolamenti.

Autore:
Martina

Martina, copywriter con una laurea in Economia e una decennale esperienza, si concentra su temi di economia, business e finanza. Ha lavorato con aziende di spicco e start-up innovative, producendo contenuti chiari e accattivanti. Martina è abile nel semplificare argomenti complessi, facilitando la comunicazione delle imprese con il loro pubblico. Appassionata di scrittura persuasiva, garantisce sempre valore e chiarezza nei suoi progetti.

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