Vaiolo delle scimmie: che cos’è e come si trasmette

Molecola di vaiolo delle scimmie in 3d su sfondo blu

Da diverse settimane si sente parlare sempre più spesso di un nuovo virus, ovvero il vaiolo delle scimmie, motivo per il quale molte persone si domandano esattamente che cos’è e come si trasmette. Interrogativi più che legittimi, che si moltiplicano perché la popolazione mondiale è ancora scottata dai periodi di restrizioni dovuti alla pandemia da Covid-19 che ha portato a diversi cicli di lockdown fra il 2020 e il 2021. Tuttavia, esistono delle differenze significative fra il vaiolo delle scimmie e il Covid, tanto per modalità di trasmissione quanto per i sintomi.

L’allarme è scattato dopo la circolare del Ministero della Salute che ha sconsigliato i viaggi nei Paesi con focolai confermati, ma soprattutto a seguito della decisione dell’Oms di dichiarare il vaiolo delle scimmie come emergenza sanitaria globale. Un atto dovuto all’impennata di casi registrata nella Repubblica Democratica del Congo e all’allargamento dell’epidemia a diversi Paesi africani, che da anni sono soggetti al vaiolo delle scimmie ma che in questo ultimo anno sono stati più colpiti (solo in Congo, nel 2024, più di 15.600 casi).

Che cos’è il vaiolo delle scimmie

Il vaiolo delle scimmie è un’infezione zoonotica, ovvero trasmessa dagli animali all’uomo. L’infezione è causata dal virus Poxviridae, stessa famiglia del vaiolo che conosciamo da anni, ma che si differenzia da quest’ultimo perché la malattia è meno grave ed è più difficilmente trasmissibile.

Questa tipologia di vaiolo viene detta “delle scimmie” proprio perché il virus fu identificato per la prima volta nelle scimmie, all’interno di un laboratorio danese nel 1958. Risale al 1970, invece, la prima identificazione di questo virus come patogeno umano, nella Repubblica Democratica del Congo. Il vaiolo delle scimmie è ritenuto endemico, ovvero stabilmente presente all’interno di una popolazione, in diversi Paesi africani: Benin, Camerun, Repubblica Centro Africana, Repubblica Democratica del Congo, Gabon, Costa d’Avorio, Liberia, Nigeria, Repubblica del Congo, Sierra Leone e Sud Sudan. In Africa, quindi, molti casi vengono registrati fra gli umani, mentre per quanto riguarda gli animali è diffuso principalmente fra primati e piccoli roditori.

Negli ultimi mesi, però, si stanno registrando numerose infezioni fra gli esseri umani anche nell’Unione Europea e al momento sono 26 i Paesi colpiti con quasi 5000 casi.

I sintomi del vaiolo delle scimmie

Dopo il contagio, il periodo di incubazione è variabile fra i 5 e i 21 giorni. I principali sintomi si manifestano con la comparsa e la possibile combinazione fra febbre, brividi, mal di schiena, dolori articolari e muscolare, debolezza diffusa e linfonodi ingrossati. Più in generale, la febbre è il sintomo tipico e solitamente, fra uno e tre giorni dalla comparsa, si manifesta un’eruzione cutanea ben riconoscibile che evolve in pustole, vescicole e croste.

Queste ultime possono in alcuni casi anche precedere la febbre e colpiscono – nel 95% dei casi – tipicamente le aree genitali o peri-anali, il tronco, le braccia, le gambe, il viso, le piante dei piedi e le piante dei piedi. C’è un 5% di persone che presenta invece lesioni nel cavo oro-faringeo.

Per la diagnosi è necessario avvalersi di esami di laboratorio che consistono nei test di amplificazione dell’acido nucleico, generici per orthopoxvirus o specifici per monkeypox virus. Vengono eseguiti sul DNA estratto da campioni biologici.

Come si trasmette il vaiolo delle scimmie

Le modalità di contagio sono differenti e fra gli esseri umani si stanno verificando soprattutto fra omosessuali maschi che hanno rapporti anali, ma in generale i rapporti sessuali – soprattutto se non protetti – costituiscono un fattore di rischio. Inoltre, può essere trasmesso tipicamente dall’animale all’uomo, specialmente tramite morsi di animali infetti.

Altre modalità di trasmissione del virus sono i contatti diretti con le eruzioni cutanee di persone affette dalla malattia, ma anche per via aerea e stando a contatto ravvicinato per diverso tempo, tramite i droplets respiratori di cui abbiamo purtroppo lungamente sentito parlare con l’arrivo del Covid-19. Un’altra possibile via di trasmissione è rappresentata dal contatto con oggetti contaminati che possono essere lenzuola, vestiti, asciugamani.

Vaiolo delle scimmie, vaccino e contagi in Italia

Al momento, la vaccinazione contro il vaiolo non è né obbligatoria, né raccomandata per la popolazione generale, sebbene venga offerta in alcuni contesti alle persone fragili. Tuttavia, si sta ancora cercando di capire se le persone vaccinate contro il vaiolo – vaccinazione che in Italia è stata abolita nel 1981 – siano effettivamente a minor rischio di infezione, visto che come abbiamo detto l’infezione è simile a quella del vaiolo tradizionale.

Al momento, in Italia i contagi sono più di 1.000 e molti di questi sono riferibili direttamente a viaggi effettuati all’estero. La situazione rimane sotto osservazione dal Ministero della Salute in ambito nazionale e dall’Oms in ambito mondiale.

Autore:
Simone De Stefanis

Appassionato di scrittura creativa, da oltre sei anni mi dedico principalmente al mondo dello sport, con un focus particolare sul calcio. Come redattore, mi impegno a individuare gli spunti più interessanti nella frenetica quotidianità calcistica, offrendo approfondimenti e analisi dettagliate.

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