Paralisi del sonno: sintomi, cause e rimedi efficaci

Uomo dorme nel letto con la testa sul cuscino

Che cos’è la paralisi del sonno

Il sonno è un momento sacro per ogni essere umano, dal momento che il corpo riesce a rigenerarsi dopo le energie spese durante la veglia e a prepararsi per le consuete attività quotidiane che richiedono sforzi fisici o mentali. Per questo, ogni fenomeno che incide su questa sfera desta particolare preoccupazione e non è un caso che fra questi rientri la paralisi del sonno. Si tratta di un disturbo ancora poco conosciuto ma sempre più frequente fra la popolazione.

La paralisi del sonno consiste in una temporanea incapacità di utilizzare qualsiasi parte del corpo, che colpisce quindi sia i movimenti che la capacità di parlare, nonostante la persona sia in uno stato di consapevolezza. Il soggetto, infatti, è cosciente di ciò che gli sta accadendo intorno, respira regolarmente ma va incontro a una paralisi muscolare. L’episodio ha una durata variabile, che va da qualche secondo a uno o due minuti, e tende a risolversi in maniera spontanea.

Tipologie e come comportarsi

Le paralisi del sonno si manifestano in due momenti del ciclo sonno-veglia: quando la persona sta per addormentarsi, oppure al risveglio.

Nel primo caso, la condizione prende il nome di paralisi del sonno ipnagogica. Si tratta di quel momento di transizione che va dallo stato di veglia allo stato di sonno e che tutti noi ci troviamo a sperimentare, essendo caratterizzando da un momento di profondo rilassamento. Nel secondo caso, invece, parliamo di paralisi del sonno ipnopompico e si verifica nel momento in cui la persona sta passando dallo stato di sonno al pieno stato di coscienza.

Come detto, parliamo di episodi che si rivolgono spontaneamente. Chi è vicino (per esempio un eventuale partner) non deve allarmarsi, ma se possibile fornire uno stimolo esterno – tattile o uditivo – in maniera non veemente, aiutando il soggetto a uscire dallo stato. Tuttavia, la condizione può essere particolarmente fastidiosa per chi ne è vittima, in quanto – pur non essendo pericolosa – genera angoscia e paura.

Paralisi del sonno, i sintomi

Esistono quindi delle sensazioni particolarmente sgradevoli che spiegano il motivo del malessere manifestato. Al contempo, questi sintomi aiutano anche a riconoscere una paralisi del sonno come tale. Durante questi momenti, i soggetti possono provare sensazioni come: pressione sul petto; presenza estranea nell’ambiente; diffuso senso di intorpidimento; essere sospesi in aria o trascinati fuori dal letto; formicolii e vibrazioni; allucinazioni (visive, uditive o tattili).

Le allucinazioni si legano frequentemente alla sensazione di avere una presenza soprannaturale vicina e per questo aumentano il senso di paura. Nello specifico, si tratta di una forma di sogno a occhi aperti che deriva dalla dissociazione tra stato REM e veglia. Prima di arrivare alle cause della paralisi del sonno (correlate a tale dissociazione), occorre ricordare che lo stato REM è quella in cui il sonno diventa più profondo e si verifica l’atonia muscolare (paralisi della muscolatura) dalla quale sono esenti gli occhi, i quali continuano a muoversi rapidamente: REM sta proprio per Rapid Eye Moovement.

Paralisi del sonno, le cause

Cause organiche

Bisogna specificare, infatti, che l’atonia muscolare manifestata durante la paralisi del sonno (quindi al risveglio o all’addormentamento) accade sempre ed è fisiologica durante la fase REM. Quest’ultima è nota come “sonno paradosso” e si differenzia dalla fase NON-REM, conosciuta come “sonno ortodosso”. La seconda è formata da quattro stadi, fra cui addormentamento, sonno leggero, sonno profondo e sonno molto profondo, ovvero il culmine che lascia spazio alla fase REM.

Quest’ultima è caratterizzata da aumento del battito cardiaco, frequenza respiratoria e dai sogni. In questo momento si attivano dei processi neurotrasmettitoriali che determinano il rilassamento muscolare, con l’obiettivo di impedire il movimento dei muscoli, evitando così il verificarsi di pericolose reazioni fisiche durante la fase onirica. Nella paralisi, accade di fatto che questi meccanismi vadano incontro ad un’alterazione e – di fatto – si manifestino nel momento sbagliato, anticipato (nella paralisi del sonno ipnagogica) o posticipato (nella paralisi del sonno ipnopompico).

Stile di vita

In ogni caso, queste alterazioni possono essere facilmente provocate dalle condizioni generali del soggetto e dallo stile di vita che conduce. La paralisi del sonno è più frequente quando sussistono alcune condizioni come: dormire meno del necessario; avere ritmi di sonno irregolari, come può capitare a chi fa turni di notte per lavoro, chi deve smaltire il jet-lag dopo un viaggio intercontinentale; chi ha i ritmi di sonno irregolari, quindi si addormenta e si sveglia in orari sempre diversi di giorno in giorno; chi è vittima di sindrome ansioso-depressiva o ha attacchi di panico frequenti; chi consuma alcool, farmaci o sostanze che fisiologicamente modificano la percentuale di sonno fisiologica fra fase NREM e fase REM.

Per capire quindi come riuscire a trovare rimedi contro la paralisi del sonno, è necessario ripartire proprio dalle cause elencate e agire sulle stesse, anche per prevenire episodi futuri.

Rimedi per la paralisi del sonno

Come ogni condizione che non porta a complicanze o danni per la salute fisica, non è – di base – necessario ricercare trattamenti specifici. Tuttavia, se il fenomeno si ripete con costanza e assiduità, diventa necessario cercare una soluzione anche per alleviare le sensazioni di angoscia, paura e panico che frequentemente (e comprensibilmente) vengono sperimentate dai soggetti che ne soffrono. In casi del genere, è possibile rivolgersi al proprio medico per eseguire degli esami più approfonditi come la polisonnografia, la quale consente proprio di verificare e indagare sull’eventuale presenza di altri disturbi del sonno che potrebbero essere correlati.

Passando allo stile di vita, è fondamentale correggere alcune abitudini che favoriscono l’insorgere della paralisi. Per questo, è opportuno instaurare una routine di sonno il più possibile stabile, non addormentarsi in posizione supina (gli episodi sembrano verificarsi con più frequenza in questa posizione), praticare esercizio fisico durante il giorno che aiuti ad avere bisogno di dormire durante la notte, limitare caffeina e alcolici (soprattutto prima di andare a letto). Per quanto riguarda la sindrome ansiosa, si può optare per una terapia cognitivo-comportamentale.

Autore:
Simone De Stefanis

Appassionato di scrittura creativa, da oltre sei anni mi dedico principalmente al mondo dello sport, con un focus particolare sul calcio. Come redattore, mi impegno a individuare gli spunti più interessanti nella frenetica quotidianità calcistica, offrendo approfondimenti e analisi dettagliate.

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