Che cos’è lo sfratto
Molte famiglie o individui si trovano nella difficile situazione di non riuscire a pagare il canone di affitto, trovandosi a rischiare così lo sfratto. È fondamentale comprendere il processo legale e le opzioni disponibili per gestire questa situazione con dignità e calma.
La legge italiana consente ai proprietari di una casa di risolvere il contratto di affitto in caso di morosità dell’inquilino. Se un inquilino non paga l’affitto, dunque, viene considerato inadempiente e può essere sfrattato: parliamo di sfratto per morosità ed è un diritto del proprietario.
Per avviare un procedimento di sfratto, però, devono verificarsi alcune condizioni: il mancato pagamento di anche solo un canone di locazione o il mancato rispetto della scadenza prevista per il pagamento dell’affitto. In questo caso, per poter procedere devono passare almeno 20 giorni, e il mancato pagamento di oneri accessori, che in questo caso devono superare l’importo di due canoni di locazione.
Se almeno una di queste condizioni è soddisfatta, il proprietario di un immobile affittato ha il diritto di rescindere il contratto di locazione e avviare la procedura di sfratto.
Come avviene la procedura di sfratto
Il procedimento di sfratto segue diverse fasi. Per prima cosa, il proprietario dell’immobile in questione deve citare l’inquilino in tribunale per far sì che avvenga la convalida dello sfratto senza procedere in maniera indipendente, cambiando per esempio la serratura o impedendo all’inquilino l’accesso all’abitazione.
Dopo la citazione, si terrà l’udienza in tribunale davanti al giudice, che si occuperà di verificare la morosità e decidere se convalidare lo sfratto. Ora, se il giudice verifica e conferma la morosità, dichiarerà risolto il contratto di locazione e dovrà stabilire un termine ultimo entro il quale l’inquilino dovrà lasciare l’immobile, questo tempo è compreso solitamente tra 30 e 60 giorni.
Sto per essere sfrattato: cosa posso fare?
L’inquilino, nel momento in cui si trova in tribunale davanti al giudice, può avere delle possibilità per evitare di essere sfrattato.
Come prima opzione, può proporre il pagamento dei debiti impegnandosi a versare i canoni scaduti e tutti gli oneri accessori maritati, ma spesso questo non è economicamente possibile, altrimenti non si arriverebbe a tale condizione. L’inquilino con dimostra difficoltà economiche provate può, come seconda opzione, richiedere un termine di garanzia, il quale gli consente di poter saltare la morosità dovuta entro 90 giorni (o 120, in casi particolari) per saldare la morosità dovuta.
È sempre consigliabile comunicare in maniera conciliante con il proprietario dell’immobile, perché in molti casi quest’ultima categoria è disposta a trovare un accordo per posticipare i pagamenti.
Inoltre, è fondamentale rivolgersi a un avvocato per comprendere i propri diritti e doveri legali, in modo da presentare eventuali oppositori in tribunale, oltre a recuperare tutta la documentazione fra l’inquilino e il proprietario dell’immobile, qualile ricevute dei pagamenti effettuati che possono essere utili a dimostrare la buona fede e a constatare il momento di difficoltà economica.
Dove andare e a chi rivolgersi in caso di sfratto
In caso di sfratto, è fondamentale rivolgersi a professionisti per ottenere assistenza e supporto legale. Ma in caso di ufficializzazione di convalida dello sfratto e di difficoltà su dove andare e dove dormire, ci sono organizzazioni che possono supportarti emotivamente e allo stesso tempo aiutarti a trovare una soluzione.
Ad esempio, esistono diverse associazioni e organizzazioni locali che offrono supporto ai proprietari e agli inquilini in difficoltà. Queste associazioni sono anche in grado di fornire informazioni utili, assistenza legale gratuita o risorse per affrontare tale situazione.
Trovandosi però in caso di una grave condizione di difficoltà economica, è consigliabile contattare i servizi sociali del comune di residenza. Questa categoria ha il compito di fare da responsabile e prestare assistenza alle famiglie in difficoltà. Solitamente, i servizi sociali del comune sono suddivisi per quartieri nelle grandi città, mentre nei piccoli comuni hanno sede presso gli uffici comunali.
L’intervento dei servizi sociali ed il supporto delle associazioni
I servizi sociali intervengono principalmente in due fasi: la prima è quella che consiste nel mediare con il proprietario dell’immobile in modo da provare a trovare un accordo che possa dare all’inquilino la possibilità di continuare a rimanere in casa. Inoltre, i servizi sociali potranno intervenire nella fase successiva alla convalida di sfratto, impegnandosi per trovare una nuova sistemazione alla persona e fornendo un supporto materiale e morale, specialmente per le famiglie che hanno a carico minori o persone vulnerabili. i
Per far sì che i servizi sociali possano intervenire (soprattutto nella prima fase, che precede lo sfratto), serve presentarsi negli uffici preposti con la seguente documentazione: il contratto di fitto, l’intimazione di sfratto, la documentazione sulla situazione economia e/o sanitaria, dunque un’attestazione Isee ed un’eventuale indennità di invalidità o accompagnamento.
Congiuntamente ai servizi sociali, possono operare anche alcune associazioni di tutela per aiutare le famiglie a gestire la difficile situazione di sfratto o ad assumere il compito di mediazione durante il processo di sfratto. In generale, rivolgersi tempestivamente ad esperti quali avvocati o servizi sociali può fare la differenze nel gestire questa delicata situazione.