Possibile taglio assegno unico: come stanno le cose

Facciata di Palazzo Chigi a Roma

Manovra 2025 e taglio assegno unico: cosa può accadere

Da qualche giorno, uno degli argomenti più discussi in Italia riguarda una possibile misura prevista all’interno della prossima Manovra di bilancio, ovvero il piano previsto per la spesa pubblica per i prossimi cinque che anni che dovrà essere inviato a Bruxelles entro il prossimo 20 settembre. Le risorse necessarie da cercare sono molto ingenti: parliamo di una cifra stimata tra 20 e 25 miliardi. In questo senso, un’operazione possibile potrebbe essere quella del taglio all’assegno unico.

Questa misura, infatti, pesa sul bilancio dello Stato italiano per circa 20 miliardi strutturali ed è rivalutabile in base all’inflazione. Si tratta di una misura adottata nel 2021 dall’allora premier Mario Draghi che, nel 2022, ha portato una spesa da 13 miliardi, mentre nel 2023 è salita a 18 miliardi e quest’anno potrebbe attestarsi sui 20 miliardi circa. Motivo per cui, secondo l’indiscrezione de La Repubblica, la misura potrebbe essere stravolta dalla nuova Finanziaria.

Come funziona l’assegno unico

L’assegno unico e universale consiste in un sostegno economico pensato per le famiglie che abbiano figli a carico e viene attribuito per ogni figlio fino al compimento dei 21 anni, oppure senza limiti di età per i figli disabili. L’importo dell’assegno è variabile e dipende da alcuni fattori come: la condizione economica del nucleo familiare sulla base di ISEE che sia valido al momento della domanda; l’età e il numero di figli; le eventuali situazioni di disabilità per i figli.

L’assegno è definito “unico” perché è un intervento diretto finalizzato a sostenere genitorialità e quindi natalità, oltre che “universale” in quanto viene garantito in misura minima a tutte le famiglie con figli a carico, anche in assenza di ISEE o con ISEE superiore ai 45.574,96 euro, cifra fissata come soglia. Una misura che – secondo alcuni organi di informazione – potrebbe andare incontro a una cancellazione o a una trasformazione già dall’anno prossimo, un po’ come successo con il reddito di cittadinanza.

Taglio assegno unico 2025, perché potrebbe succedere

Oltre a una misura volta a far quadrare i conti, il taglio dell’assegno unico nel 2025 potrebbe diventare realtà dopo i richiami della Commissione Europea. L’Unione Europea, infatti, ha da poco aperto una procedura infrazione nei confronti di Roma che ha come oggetto del contendere il requisito dei due anni di residenza in Italia che viene chiesto agli stranieri per poter usufruire dell’assegno unico. Si tratta di una questione che potrebbe finire davanti alla Corte di Giustizia Ue.

La procedura è stata aperta nel novembre 2023 ed è un’infrazione che è diventata un vero e proprio deferimento, tanto che secondo molti il governo Meloni potrebbe ricorrere al taglio per annullare a monte la problematica. L’ipotesi più plausibile, tuttavia, resta che la misura di sostegno alle famiglie possa essere soltanto modificata, insieme ad alcuni requisiti per l’assegnazione. Ma quali potrebbero essere i cambiamenti?

L’assegno unico cambia nel 2025?

Come abbiamo detto, l’assegno unico e universale è un sostegno che rappresenta un investimento ingente per le casse dello Stato e l’importo mensile va da un minimo di 57 euro a un massimo di 200 euro, ma sono previste maggiorazione per delle categorie in difficoltà come le famiglie con figli non autosufficienti e disabili, mamme lavoratrici o figli oltre il secondo.

Sempre secondo La Repubblica, il cambiamento previsto potrebbe consistere nel taglio dell’assegno base da 57 euro a figlio che – allo stato dell’arte – spetta alle famiglie che non presentano l’Isee o ne hanno uno che sfora il limite 45.000 euro citato precedentemente. Le risorse risparmiate qui verrebbero dislocate sulle famiglie molto numerose, al cui interno siano presenti disabili, e che abbiano una storia di lavoro radicata in Italia. Da verificare, eventualmente, quali saranno i limiti previsti all’interno di questa specifica per il lavoro.

Taglio assegno unico, Meloni nega e le opposizioni attaccano

La premier Giorgia Meloni ha smentito quanto riportato dal quotidiano nazionale, postando un video insieme al ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti: “Il Governo Meloni non abolirà l’assegno unico nella prossima legge di bilancio. Diffidate dalle fantasiose ricostruzioni su una Manovra ancora da scrivere. Noi l’assegno unico lo abbiamo aumentato e stiamo dando battaglia in Europa proprio perché non si creino problemi visto che la Commissione ci dice che dovremmo darlo anche ai lavoratori immigrati che ci sono in Italia. Di fatto, vorrebbe dire uccidere l’assegno unico”.

Questa, invece, la posizione di Francesco Boccia, presidente dei senatori del Pd: “La prossima mossa di queta destra potrebbe essere quella di tagliare il bonus famiglie e cancellare l’assegno unico, misura votata in Parlamento da tutte le forze politiche tre anni fa. Complimenti! Sta accadendo quello che temevamo: Meloni e Giorgetti, dopo aver promesso condoni e concordati, non sanno dove reperire le risorse per la manovra di bilancio e cercano di fare cassa sulla pelle dei cittadini del Sud e delle famiglie”.

Autore:
Simone De Stefanis

Appassionato di scrittura creativa, da oltre sei anni mi dedico principalmente al mondo dello sport, con un focus particolare sul calcio. Come redattore, mi impegno a individuare gli spunti più interessanti nella frenetica quotidianità calcistica, offrendo approfondimenti e analisi dettagliate.

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